28 agosto 2025 - 10:15
Source: ABNA24
Dopo quattro anni di governo talebano, le richieste della comunità sciita afghana rimangono inascoltate

A quattro anni dall’inizio del governo talebano e dalla stabilizzazione della struttura ufficiale del governo, la comunità sciita afghana continua a lamentare la mancata risposta alle sue richieste fondamentali, come il riconoscimento ufficiale della giurisprudenza jafari e l’insegnamento delle credenze sciite nelle istituzioni educative.

Secondo l’agenzia di stampa internazionale AhlulBayt (ABNA), sono trascorsi quattro anni dall’inizio del governo talebano in Afghanistan; un gruppo che, dopo aver terminato il suo gabinetto ad interim, si presenta ora come il governo ufficiale del paese. Nonostante i notevoli cambiamenti nei processi di governance dei talebani, non è stata intrapresa alcuna azione di riforma nei confronti della comunità sciita afghana.

Il Consiglio degli Ulema sciiti dell’Afghanistan, pochi mesi dopo l’insediamento dei talebani, ha presentato un documento ufficiale con le richieste della comunità sciita. I punti principali di questo documento erano il riconoscimento ufficiale della giurisprudenza jafari e l’inclusione delle credenze sciite nei programmi scolastici e universitari; richieste che, dopo quattro anni, rimangono ancora senza risposta.

In questo periodo, non è stato assegnato alcun ministero alla comunità sciita, né i talebani hanno mostrato una reazione positiva agli impegni iniziali riguardo alle richieste religiose e confessionali degli sciiti. Tuttavia, la comunità sciita afghana, nella speranza di pace, sicurezza e fratellanza nazionale, è rimasta impegnata nel dialogo e nella cooperazione.

Il Consiglio degli Ulema sciiti e la Commissione Suprema sciita dell’Afghanistan – le due principali istituzioni incaricate di perseguire le richieste – hanno ripetutamente cercato di far sentire la voce della comunità sciita alle autorità talebane. Queste due istituzioni, in incontri ufficiali e attraverso i media, hanno chiesto il riconoscimento dei diritti religiosi degli sciiti, ma le indagini di ABNA mostrano che questi sforzi non hanno prodotto risultati tangibili.

L’ultimo incontro congiunto di queste due istituzioni si è tenuto alla fine del 1403 (calendario persiano) e da allora non sono stati intrapresi ulteriori passi significativi.

Gli attivisti sciiti sottolineano che la cooperazione della comunità sciita con il governo talebano potrebbe essere vantaggiosa per l’intero paese, ma questa cooperazione non dovrebbe rimanere unilaterale.

Secondo loro, i talebani dovrebbero includere tra le loro priorità il riconoscimento della giurisprudenza jafari, la partecipazione politica e culturale degli sciiti e l’ascolto delle loro voci.

Tuttavia, molti attivisti e cittadini sciiti comuni, a causa delle restrizioni vigenti in Afghanistan, non hanno la possibilità di esprimere liberamente le loro richieste attraverso i media e i social network.

Inoltre, i tentativi del giornalista di ABNA di ottenere l’ultima posizione del Consiglio degli Ulema sciiti e della Commissione Suprema sciita su questa questione non hanno avuto esito, poiché i rappresentanti di queste istituzioni non hanno voluto rispondere.

Questa situazione dimostra che, dopo quattro anni di trasformazioni, le richieste della comunità sciita afghana continuano a essere marginalizzate, e il riconoscimento dei loro diritti nel nuovo sistema rimane avvolto nell’incertezza.

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